La cucina buddista è una tradizione culinaria dell'Asia orientale, praticata da alcuni seguaci del buddhismo, di tipo prevalentemente vegetariano, al fine di rispettare il precetto buddista dell'ahiṃsā (nonviolenza).[1][2] Lo sviluppo dell'alimentazione buddista in quanto stile culinario distintivo è legato ai monasteri, dove un membro della comunità è designato a capo delle cucine e deve fornire pasti adeguati alla vita monastica. I templi aperti ai visitatori possono anche offrire pasti a questi ultimi; alcuni templi hanno effettivamente mantenuto un'attività di ristorazione nei loro edifici.[3]
Questa cucina è conosciuta come zhāicài (斋菜S, lett. "cucina vegetariana") in Cina, Hong Kong, Singapore e Taiwan; đồ chay in Vietnam; shōjin ryōri (精進料理? , "cucina di devozione") in Giappone; sachal eumsik (사찰음식?; "cibo del tempio") in Corea e con altre denominazioni in molti altri paesi.
Il vegetarianismo è comune anche in altre religioni dharmiche come l'induismo,[4] il giainismo[5] e il sikhismo,[6] nonché in religioni dell'Asia orientale come il taoismo.[7][2] Mentre molti monaci sono vegetariani tutto l'anno, molti credenti seguono il regime vegetariano buddhista solo temporaneamente, in modo simile al digiuno cristiano.[2]
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